L'amore ai tempi dell'apocalisse zombie
Vi posto un piccolo racconto scritto di mio pugno, molto breve ma anche molto intenso, da un certo punto di vista. Si intitola L'ultimo addio.
Godetevelo
L’ULTIMO ADDIO
Ellen stava gridando con tutto il
fiato che aveva in corpo mentre quell’essere le stava addentando il braccio.
- Dammi l’ascia, presto! urlò
Jeremy. Bernard si mosse fulmineamente e fece roteare l’ascia sul pavimento di
legno fino a lui. Afferrandola con maestria, vibrò un colpo netto sulla testa
dello zombie, fracassandogli il cranio. Pezzi di materia cerebrale schizzarono
tutt’intorno insieme al sangue, fondendosi in una miscela scura dall’odore acre
e pungente. Ellen era ancora a terra e con fatica, riuscì a spostare la
carcassa del mostro mentre Jeremy disincastrava l’accetta dal cranio.
- Ellen! Come ti senti? chiese
chinandosi su di lei. Ellen singhiozzava nervosamente facendo pressione con la
mano sinistra sulla ferita sanguinante.
- Mio Dio…
Jeremy si alzò, sconfitto.
Bernard era alle sue spalle, con gli occhi lucidi.
- Può farcela, Jeremy! Dammi
ascolto! Bernard era accecato dall’amore che provava per Ellen, anche se
conosceva la cruda verità. Ellen si sarebbe trasformata di li a poco.
- Lo sai che non è così… mi
dispiace, ragazzo… Disse Jeremy mentre alzava nuovamente l’ascia al cielo. La
lama, seppur sporca di sangue, brillò nella fioca luce che attraversava le
pareti composte solo di assi sconnesse. Bernard si inginocchiò, scoppiando in
un pianto isterico. Ellen fissava Jeremy, ma senza implorare. Preferiva
abbandonare quel mondo da viva, piuttosto che diventare una vagante. Fece un
breve cenno con la testa, diede l’assenso alla sua morte. Jeremy abbassò
l’ascia con freddezza, troncando di netto la testa dal collo della ragazza. Il
capo rotolò fino ad un vecchio distributore di gelati in disuso e si fermò
nell’angolo con la bocca aperta e gli occhi spalancati, come se ci fosse
qualcosa da guardare. Altri vaganti stavano arrivando alla porta d’ingresso e
il loro incessante battere sull’uscio riportò alla realtà Jeremy e Bernard.
- Alzati adesso, per Dio!
Dobbiamo difenderci! Quelle assi non reggeranno ancora per molto, lo vuoi
capire? Jeremy si avvicinò alla porta e si portò sul lato destro, cercando di
guardare attraverso le tavole sconnesse e inchiodate alla meglio.
- BERNARD! ALZATI ORA! DOBBIAMO
ANDARCENE! Una mano in putrefazione penetrò il morbido legno e afferrò il collo
dell’uomo. Jeremy d’istinto portò entrambe la mani che affondarono nella carne
putrida.
- BERNARD! AIUTAMI! Jeremy si
dibatteva ma quando sembrava che fosse riuscito a liberarsi dalla morsa fatale,
altre due mani lo afferrarono al busto e alle gambe. Gli zombie stavano
scardinando le loro difese improvvisate e le loro teste stavano già facendo
capolino dietro di lui. Bernard era andato nell’angolo a raccogliere la testa
di Ellen. Le stava accarezzando i capelli biondi e intrisi di sangue come se
fosse stato un animale domestico. Non si curava affatto della condizione del
suo amico. Intanto Jeremy cercava di recuperare l’ascia che era caduta proprio
ai suoi piedi, in un tentativo goffo e vano.
- Sai, è strana la giustizia…
Bernard parlava a bassa voce e Jeremy faceva fatica a sentire quello che diceva
visto il trambusto che c’era in strada. Le urla acute dei vaganti coprivano il
tutto, ovattando le sue parole.
- Non hai avuto un attimo di
esitazione nel massacrare Ellen. Potevamo fare di più, POTEVAMO SALVARLA!
- Bernard, si sarebbe
trasformata! E qui non ci sono altre vie d’uscita! Saremmo rimasti bloccati con
tutti questi vaganti qui fuori e con lei dentro! Jeremy cercava di farlo
ragionare ma Bernard aveva troppo odio nel cuore per la perdita della persona
amata.
- Adesso aiutami! Non puoi
lasciarmi qui! Jeremy aveva il fiato corto. Nel frattempo, altre braccia e
altre mani l’avevano ghermito, bloccando i suoi movimenti. La testa di un
vagante era penetrata per intero dalla porta e si stava avvicinando
pericolosamente al collo dell’uomo.
- No… questa è la legge della
natura. E’ il karma, amico mio. Una vita per una vita, è sempre stato cosi,
soprattutto in questa apocalisse!
- TU VANEGGI! DANNAZIONE, TORNA
IN TE E AIUTAMI! Un morso di un vagante raggiunse il collo di Jeremy che
cominciò ad urlare come non aveva mai fatto in vita sua. Schizzi di sangue
imbrattarono le assi e il pavimento intorno a lui mentre altre teste stavano
guadagnando l’accesso al rifugio.
- Una vita per una vita…
Jeremy venne morso da altri
vaganti, altre urla spaventose si aggiunsero a quelle già presenti in strada.
Avevano fatto troppo rumore, l’orda gigante stava arrivando a prenderli. Jeremy
ebbe solo il tempo di guardare per l’ultima volta gli occhi dell’amico. Erano
traboccanti d’odio e soddisfazione per la sorte capitatagli ma comunque vacui,
come se la persona che avesse davanti fosse poco più che un fantoccio senza
vita.
- Ber..na..rd…
Jeremy abbassò il capo mentre la
sua anima scivolava lentamente via dal suo corpo. Le insaziabili fauci dei
vaganti si stavano cibando di lui e in tutto questo Bernard era rimasto a
guardare la sua nefasta sorte. Poi si sedette vicino al corpo di Ellen, la
testa ancora fra le mani a proteggerla da quel mondo che era diventato cattivo
troppo in fretta. Le assi che erano inchiodate alla porta cedettero di botto e
l’orda dei vaganti si riversò all’interno in un macabro balletto di morte.
- Venite, saziatevi. Maledetti
bastardi! Mangerete i nostri corpi, ma non avrete mai le nostre anime! Disse
Bernard mentre attendeva la sua sorte. L’orda lo sopraffece, organizzando un
banchetto con il suo corpo e quello di Ellen. Bernard urlò e il mondo divenne
buio, senza luce. L’ultimo pensiero andò a quel giorno al lago in cui si era
innamorato di Ellen, rischiarata dalla luce stupenda del mattino.
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