12 ore di buio

martedì 17 gennaio 2017

L'ultimo addio

L'amore ai tempi dell'apocalisse zombie



Vi posto un piccolo racconto scritto di mio pugno, molto breve ma anche molto intenso, da un certo punto di vista. Si intitola L'ultimo addio.

Godetevelo




L’ULTIMO ADDIO

Ellen stava gridando con tutto il fiato che aveva in corpo mentre quell’essere le stava addentando il braccio.
- Dammi l’ascia, presto! urlò Jeremy. Bernard si mosse fulmineamente e fece roteare l’ascia sul pavimento di legno fino a lui. Afferrandola con maestria, vibrò un colpo netto sulla testa dello zombie, fracassandogli il cranio. Pezzi di materia cerebrale schizzarono tutt’intorno insieme al sangue, fondendosi in una miscela scura dall’odore acre e pungente. Ellen era ancora a terra e con fatica, riuscì a spostare la carcassa del mostro mentre Jeremy disincastrava l’accetta dal cranio.
- Ellen! Come ti senti? chiese chinandosi su di lei. Ellen singhiozzava nervosamente facendo pressione con la mano sinistra sulla ferita sanguinante.
- Mio Dio…
Jeremy si alzò, sconfitto. Bernard era alle sue spalle, con gli occhi lucidi.
- Può farcela, Jeremy! Dammi ascolto! Bernard era accecato dall’amore che provava per Ellen, anche se conosceva la cruda verità. Ellen si sarebbe trasformata di li a poco.
- Lo sai che non è così… mi dispiace, ragazzo… Disse Jeremy mentre alzava nuovamente l’ascia al cielo. La lama, seppur sporca di sangue, brillò nella fioca luce che attraversava le pareti composte solo di assi sconnesse. Bernard si inginocchiò, scoppiando in un pianto isterico. Ellen fissava Jeremy, ma senza implorare. Preferiva abbandonare quel mondo da viva, piuttosto che diventare una vagante. Fece un breve cenno con la testa, diede l’assenso alla sua morte. Jeremy abbassò l’ascia con freddezza, troncando di netto la testa dal collo della ragazza. Il capo rotolò fino ad un vecchio distributore di gelati in disuso e si fermò nell’angolo con la bocca aperta e gli occhi spalancati, come se ci fosse qualcosa da guardare. Altri vaganti stavano arrivando alla porta d’ingresso e il loro incessante battere sull’uscio riportò alla realtà Jeremy e Bernard.
- Alzati adesso, per Dio! Dobbiamo difenderci! Quelle assi non reggeranno ancora per molto, lo vuoi capire? Jeremy si avvicinò alla porta e si portò sul lato destro, cercando di guardare attraverso le tavole sconnesse e inchiodate alla meglio.
- BERNARD! ALZATI ORA! DOBBIAMO ANDARCENE! Una mano in putrefazione penetrò il morbido legno e afferrò il collo dell’uomo. Jeremy d’istinto portò entrambe la mani che affondarono nella carne putrida.
- BERNARD! AIUTAMI! Jeremy si dibatteva ma quando sembrava che fosse riuscito a liberarsi dalla morsa fatale, altre due mani lo afferrarono al busto e alle gambe. Gli zombie stavano scardinando le loro difese improvvisate e le loro teste stavano già facendo capolino dietro di lui. Bernard era andato nell’angolo a raccogliere la testa di Ellen. Le stava accarezzando i capelli biondi e intrisi di sangue come se fosse stato un animale domestico. Non si curava affatto della condizione del suo amico. Intanto Jeremy cercava di recuperare l’ascia che era caduta proprio ai suoi piedi, in un tentativo goffo e vano.
- Sai, è strana la giustizia… Bernard parlava a bassa voce e Jeremy faceva fatica a sentire quello che diceva visto il trambusto che c’era in strada. Le urla acute dei vaganti coprivano il tutto, ovattando le sue parole.
- Non hai avuto un attimo di esitazione nel massacrare Ellen. Potevamo fare di più, POTEVAMO SALVARLA!
- Bernard, si sarebbe trasformata! E qui non ci sono altre vie d’uscita! Saremmo rimasti bloccati con tutti questi vaganti qui fuori e con lei dentro! Jeremy cercava di farlo ragionare ma Bernard aveva troppo odio nel cuore per la perdita della persona amata.
- Adesso aiutami! Non puoi lasciarmi qui! Jeremy aveva il fiato corto. Nel frattempo, altre braccia e altre mani l’avevano ghermito, bloccando i suoi movimenti. La testa di un vagante era penetrata per intero dalla porta e si stava avvicinando pericolosamente al collo dell’uomo.
- No… questa è la legge della natura. E’ il karma, amico mio. Una vita per una vita, è sempre stato cosi, soprattutto in questa apocalisse!
- TU VANEGGI! DANNAZIONE, TORNA IN TE E AIUTAMI! Un morso di un vagante raggiunse il collo di Jeremy che cominciò ad urlare come non aveva mai fatto in vita sua. Schizzi di sangue imbrattarono le assi e il pavimento intorno a lui mentre altre teste stavano guadagnando l’accesso al rifugio.
- Una vita per una vita…
Jeremy venne morso da altri vaganti, altre urla spaventose si aggiunsero a quelle già presenti in strada. Avevano fatto troppo rumore, l’orda gigante stava arrivando a prenderli. Jeremy ebbe solo il tempo di guardare per l’ultima volta gli occhi dell’amico. Erano traboccanti d’odio e soddisfazione per la sorte capitatagli ma comunque vacui, come se la persona che avesse davanti fosse poco più che un fantoccio senza vita.
- Ber..na..rd…
Jeremy abbassò il capo mentre la sua anima scivolava lentamente via dal suo corpo. Le insaziabili fauci dei vaganti si stavano cibando di lui e in tutto questo Bernard era rimasto a guardare la sua nefasta sorte. Poi si sedette vicino al corpo di Ellen, la testa ancora fra le mani a proteggerla da quel mondo che era diventato cattivo troppo in fretta. Le assi che erano inchiodate alla porta cedettero di botto e l’orda dei vaganti si riversò all’interno in un macabro balletto di morte.
- Venite, saziatevi. Maledetti bastardi! Mangerete i nostri corpi, ma non avrete mai le nostre anime! Disse Bernard mentre attendeva la sua sorte. L’orda lo sopraffece, organizzando un banchetto con il suo corpo e quello di Ellen. Bernard urlò e il mondo divenne buio, senza luce. L’ultimo pensiero andò a quel giorno al lago in cui si era innamorato di Ellen, rischiarata dalla luce stupenda del mattino.

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