12 ore di buio

domenica 22 gennaio 2017

Un mondo in cui perdersi... Skyrim!

The Elder Scrools V: Skyrim... una colonna portante della mia vita da gamer


Oggi voglio parlarvi di un videogioco che ha fatto la differenza nei vari GDR che ho affrontato nella mia lunga carriera da gamer: signore e signori, ecco a voi The Elder Scrools V Skyrim. Partiamo da un preconcetto che ho nella testa: i GDR, a mio avviso, dovrebbero



essere mondi infiniti e pieni di vita pulsante, in cui il nostro alter-ego dovrebbe poter fare tutto ciò che vuole: non per forza seguire la via del bene e compiere missioni pre-stabilite dal software per andare avanti nella trama, ma addirittura poter ribaltare le cose e seguire tutt'altra strada, mentre il software modella intorno a lui la vita che cambia attraverso le sue scelte. Diciamo che a questo punto non ci siamo ancora arrivati (nonostante Skyrim ti lasci piena libertà d'azione, le missioni da affrontare per continuare nella trama sono sempre le stesse), ma ho notato un netto miglioramento con questo gioco, rispetto ai classici GDR, non appena lo inserì nella mia ps3. Ricordo che l'emozione era palpabile (ordinato mesi prima con il commesso che si chiedesse se avessi davvero ancora una sanità mentale) e quando la schermata cominciò a scorrere sulla TV, tirai un sospiro di sollievo e mi misi comodo, cominciando la mia avventura. Avendo giocato all'intera saga di The Elder Scrools, posso paragonare solamente Morrowind a Skyrim, quanto a giocabilità, caratterizzazione dei paesaggi e trama. Ricordo che mi aspettavo la classica schermata iniziale in cui potevi scegliere razza e classe del personaggio, ma questo non avvenne: dovetti aspettare di essere trasportato come un vitello nella piazza centrale di un paesino per essere messo a morte dal boia. Rimasi sorpreso e pensai: vuoi vedere che hanno finalmente creato un nuovo tipo di GDR che non ti pone delle basi iniziali sulle quali costruire le abilità del tuo personaggio, ma esso stesso diventa quel che diventa attraverso varie esperienze di gioco? La mia gioia durò pochi minuti, il tempo che l'assistente del boia venne a chiedermi di che razza ero, qual era il mio nome, e poi...? Straordinario! Non mi chiedeva di scegliere la classe da usare per il mio alter-ego virtuale! Ed ecco che mi ritrovo a scorrazzare in libertà nelle terre di Skyrim senza una metà, affinando alcune abilità piuttosto che altre e maxandole, sapendo che ben presto mi sarebbero servite. Inutile dire che ho apprezzato moltissimo questo approccio al gioco e, finalmente, mi sono sentito libero di esprimere tutto il mio potenziale videoludico senza costrizioni di sorta. Parlando della grafica, era un bel passo avanti: le ambientazioni erano quasi perfette, rovinate solo da qualche manciata di pixel di troppo e i personaggi avevano le espressioni facciali talmente reali che potevo capire quale fosse il loro umore solo guardandoli in faccia. Inutile dire che le quest secondarie erano DIVINE e sempre ben bilanciate. Insomma, un GDR davvero una spanna sopra gli altri. Nel 2014 uscì The Elder Scrolls Online, ma non ci diedi molto peso: il fatto che mi fece incazzare molto è che l'italiano non era contemplata come lingua di gioco (almeno i sottotitoli potevano metterli) e perciò lasciai perdere. Ma non era solo questo: avevo una gran paura di rimanere deluso dalle pochissime possibilità di personalizzazione del pg e delle limitate azioni che potevi compiere all'interno del gioco. Venendo da molti anni di MUD (MULTI USER DUNGEON), sapevo che un'esperienza come quella testuale, ricca di caratterizzazione del personaggio e delle azioni da compiere, sarebbe risultata altamente riduttiva ai miei occhi. Pertanto, sto ancora aspettando il GDR perfetto ma, nel frattempo, Skyrim è quello che più gli si avvicina.

Nessun commento:

Posta un commento